Consuetudini di un tempo che fu

Le Rogazioni

Le Rogazioni erano processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni, arricchite da preghiere e atti di penitenza, e si sono celebrate a Pozzaglia fino ai primi anni sessanta del secolo scorso.
Le Rogazioni maggiori si celebravano il 25 aprile, festa di San Marco evangelista.
Le Rogazioni minori nei tre giorni che precedevano la festa dell’Ascensione: di buon mattino si partiva processionalmente dirigendosi ogni giorno verso un luogo diverso da cui si potesse scorgere tutto il territorio: l’aravecchia, il colle, monte picciuni.
Il celebrante, rivolto verso i quattro punti cardinali, recitava le invocazioni benedicendo il paese, le acque, il lavoro dell’uomo e i frutti della terra. Al termine del rito si cantavano le litanie dei santi. Le rogazioni minori si concludevano il giorno dell’Ascensione con la celebrazione della messa nella cappellina di San Giovanni.

Il suono delle Raganelle

Il Giovedì santo, al termine della messa “In Coena Domini”, si “legavano” le campane per impedirne il suono nei giorni in cui si faceva memoria della morte di Gesù. Le stesse sarebbero state “sciolte” e avrebbero rintoccato a festa durante la Veglia pasquale all’annuncio della Risurrezione.

In quei giorni l’invito a partecipare alle funzioni religiose avveniva al suono delle “raganelle”: i chierichetti percorrevano le stradine del paese e gridavano a voce alta esclamando: “a messa a messa che sona la prima vota!” facendo seguire l’annuncio dal suono delle raganelle.

Il “manocchio” per Sant’Ulpia

Nel tempo della mietitura, al termine della giornata di lavoro nei campi, i contadini sceglievano le spighe più rigogliose e formavano grandi covoni. Gli stessi, tra canti e preghiere, venivano portati in chiesa e offerti in onore di sant’Ulpia. Dopo la benedizione venivano trebbiati, e il ricavato del grano venduto era utilizzato nell’anno successivo per finanziare i festeggiamenti in onore della Santa patrona.

Il solco di San Rocco

Al mattino del 16 agosto, il bifolco più abile del paese tracciava un solco con l’aratro nel punto più visibile del territorio. Un solco tracciato ben diritto era considerato di buon auspicio per il raccolto!

La “sùzia”

Il mattino del 24 dicembre frotte di bambini animavano le vie del paese e si recavano da parenti e amici esclamando: “su, zia, come dono natalizio dacci quello che hai di buono!”.
Le buone donne riempivano le sporte dei fanciulli con quanto avevano a disposizione: frutta, dolciumi, etc. Tutti erano soddisfatti e felici per i pochi e semplici doni ricevuti!

Il Ferragosto pozzagliese

In occasione dei festeggiamenti di Ferragosto si svolsero nel triennio 1967-1969 manifestazioni canore che oggi sarebbe impossibile replicare, e che videro un’affluenza incredibile dai paesi limitrofi.
Era l’epoca dei primi concerti nelle piazze, del “Cantagiro”, e possiamo asserire senza essere smentiti che il Ferragosto Pozzagliese aveva poco da invidiare a quegli eventi più famosi. Si esibirono infatti per l’occasione i cantanti e i gruppi che in quegli anni andavano per la maggiore. Solo per citarne alcuni: Claudio Villa, Dalida, Michele, Lara Saint Paul, Massimo Ranieri, Tony Renis, I Giganti, I Ricchi e Poveri, Wess. Si ebbe anche la partecipazione di Enrico Montesano che all’epoca muoveva i primi passi nel mondo dello spettacolo.